Oggi più che mai, le giovani generazioni si distinguono profondamente dalle precedenti.
Rispetto ai più anziani, la Generazione Z e i Millennial parlano apertamente e si espongono in prima persona su argomenti critici per la società contemporanea, quali i cambiamenti climatici e la sostenibilità, le diversità, l’orientamento sessuale e la body positivity, sottolineando l’importanza delle azioni concrete.
L’attivismo che caratterizza le giovani generazioni si riflette anche nel rapporto tra il brand e il consumatore, in quanto i membri della Generazione Z e della generazione Millennial hanno alte aspettative verso brand che amano in termini di trasparenza e etica.
L’interesse dei giovani nei confronti dei brand emergenti, innovativi e che abbracciano le loro esigenze è sempre più elevato. I millennials più che per il prodotto stesso si avvicinano ad un marchio per i valori che esso trasmette ed in particolare per le modalità in cui ciò viene fatto.
L’’azienda o un brand deve saper trasmettere i propri values e coinvolgere emotivamente i clienti, rendendoli partecipi delle attività di comunicazione e innovazione. Si tratta dunque, secondo alcuni teorici del marketing, di un nuovo modello strategico, naturale evoluzione del Customer Relationship Marketing (CRM), in quanto, pur mantenendo le dimensioni del coinvolgimento e dell’interazione , allarga la sua azione a quelle di una maggiore familiarità e influenza reciproca tra le parti, grazie all’utilizzo degli strumenti social.
In senso lato dunque con engagement s’intende il grado di coinvolgimento stretto, emotivo ed emozionale, tra un’azienda e i suoi clienti. Il brand riesce a familiarizzare con il cliente Millennials comunicando con lui in modo intimo e diretto tramite i social e mettendo in atto strategie con lo scopo di coinvolgerlo.
E’ chiaro che il maggior coinvolgimento emotivo del consumatore porta al maggior successo di un marchio, quindi una buona strategia di marketing deve tendere proprio a questa interazione tra le due parti, trovando il difficile equilibrio tra le azioni più tradizionali ed una strategia incentrata sul digitale, allo scopo di attrarre emotivamente questa generazione.
Marketing emozionale e Temporary Store
Per attirare l’attenzione della generazione di oggi è necessario attuare strategie di marketing emozionale, che sfrutta le emozioni per far vivere un’esperienza al cliente memorabile e anticipare i bisogni inconsci delle persone, cercando di suscitare una specifica risposta, azione o sensazione.
Per indurre nel cliente la percezione di un’esperienza irripetibile ed emozionale, esprimendo in modo diretto e immediato i propri valori, l’apertura di un pop-up o di un Temporary Store è la tecnica di marketing non convenzionale che, stravolgendo gli schemi ordinari e temporali dei classici store, sarebbe d’impatto per un giovane di oggi.
Il nuovo consumatore desidera vivere un’esperienza che possiamo definire di “onlife commerce”, in cui l’acquisto è solo la parte finale di un più ampio processo relazionale che valorizza tutti i punti di contatto tra l’acquirente e il venditore.
Come detto precedentemente, spesso il cliente non compra beni ma significati, sceglie il prodotto e il servizio per ragioni che hanno a che fare con la sfera emotiva, psicologica e psicosociale. Il retailer deve fare in modo che il punto vendita diventi un “punto di esperienza”, adoperandosi per offrire un’experience di continuità tra touchpoint fisici e digitali.
Millennials e Generazione Z vogliono sentirsi parte di una community, ed ecco che il pop-up store diventa l’ideale per incarnare questo bisogno di esclusività, creando un senso di urgenza che spinge le persone ad agire immediatamente per non rischiare di perdere l’opportunità.
Pop-up store e Instagram
Una caratteristica peculiare di questa categoria di giovani è il loro costante utilizzo dei social media e la necessità di dover condividere in tempo reale attimi di vita personale. Il pop-up store è pensato per essere fotografato e condiviso sui social network. Creare location “instagrammabili” e lanciare hashtag dedicati contribuisce a sviluppare il desiderio di essere in quel posto e di possedere l’oggetto che lì viene venduto. Ne è un esempio il temporary creato da Marc Jacobs per il lancio della linea di profumi Daisy prima a New York, poi Londra e Amsterdam. Le persone avevano la possibilità di comprare borse, profumi o altri accessori con la moneta social, ossia condividendo tweet o post con l’hashtag #MJDaisyChain. Secondo i dati riportati dalla rivista “Cult” questa iniziativa ha portato 15 milioni di impression su Instagram e un incremento delle vendite del 173%.
Spazi Temporanei
In uno scenario contraddistinto da una forte necessità da parte dei giovani di connettersi direttamente con un brand, Spazi Temporanei aiuta i brand emergenti e tradizionali a connettersi con i consumatori in maniera diversa, più originale e personalizzata rispetto agli altri store della marca.
Spazi Temporanei si pone il ruolo di realizzare spazi volti a creare esperienze in cui il cliente non percepisce più un confine netto tra la dimensione fisica e quella digitale, ma li vede come passaggi di un unico percorso finalizzato all’acquisto. Visto che il consumatore vuole sentirsi parte di una community e stringere un legame autentico con il brand, è sempre più necessario che lo store fisico diventi il luogo in cui vivere un’esperienza dove l’approccio dei brand non deve più essere centrato esclusivamente sul prodotto e sulla sua presentazione, ma deve mettere al centro i bisogni e i desideri dei consumatori, veri protagonisti del modello phygital.
Spazi temporanei offre ai Millennial e alla Generazione Z ciò di cui hanno bisogno, realizza uno spazio alla loro portata: dinamico, sorprendente, instagrammabile e coerente con i valori del brand che amano.
Negli ultimi anni i consumatori hanno mostrato una crescente consapevolezza riguardo all’impatto delle loro scelte di acquisto sull’ambiente e sulla società. Questa…
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